C’è un’unica Suprema Forza che unisce infiniti Mondi e li rende vivi: l’Amore
Giordano Bruno
Incontro di Costellazioni Familiari a Bergamo

Sabato 08 Giugno 2019 a Bergamo, dalle 14.30 alle 18.30 ci sarà il laboratorio per vivere le Costellazioni Familiari. Partecipa anche tu!
Incontro di Costellazioni Familiari a Roma

Sabato 13 Aprile 2019 a Roma, dalle 09.30 alle 13.30 ci sarà l’incontro esperienziale per vivere le Costellazioni Familiari.
La Relazione con Te Stesso

Partiamo da qui perché è da qui che tutto parte. Chi sei, qual’è la tua storia, quali sono i valori che ti guidano. E poi parliamo di solitudine e lavoriamo insieme per trasformare una cosa che fa molta paura in una condizione privilegiata che favorisce un contesto generativo di creatività.
Presentazione progetto CONNAT

Venerdì 20 ottobre 2017, dalle ore 18.30 alle 21.30 verrà presentato CONNAT, l’innovativo progetto europeo sostenuto dal programma Erasmus+. L’evento è organizzato dall’associazione calabrese della dott.ssa Elena Franzini Aura Sviluppo Sostenibile, partner italiano del progetto e sarà ospitato presso lo studio di Counseling Aletheia a Marsala (TP). La partecipazione alla presentazione è completamente gratuita ed è rivolta a coach, counselor, formatori, insegnanti e professionisti nell’ambito dell’educazione per gli adulti. Il Programma dell’evento ore 18.30 – Accoglienza e registrazione dei partecipanti ore 18.45 – Presentazione del progetto CONNAT ore 19.30 – Open discussion ore 20.00 – Aperitivo con buffet ore 21.00 – Sessioni esperienziali su resilienza e cambiamento ore 21.30 – Chiusura evento e saluti Per partecipare gratuitamente: Francesco tel. 3332442425 La commissione europea non è responsabile di ogni contenuto pubblicato. Ogni contenuto esprime il punto di vista degli autori

Novità all’orizzonte
In attesa di conoscere gli esiti per la candidatura di Aura Sviluppo Sostenibile ad un nuovo progetto Erasmus+ abbiamo deciso di fare una bellissima programmazione per la prossima stagione 2019/2020. Stiamo realizzando, ogni giorno di più, che l’intento della nostra Elena per l’associazione da lei fondata è più vivo che mai: formazione, sviluppo sostenibile e crescita personale e spirituale. Questi i driver che ci porteranno ad un nuovo programma ricco di offerte destinate a persone e organizzazioni! Durante i mesi estivi pubblicheremo tutte le novità. Quindi mettiti in contatto con noi e non perderti gli aggiornamenti! Buona estate 2019!

I primi passi per costruire un risultato significativo dal punto di vista della collettività
Questo post è uno degli stimoli di riflessione che proponiamo in vista degli incontri di Leader Consapevole (il prossimo il 24 maggio a Tropea; leggi i dettagli degli incontri per iscriverti), un’esperienza di crescita dove ci concentreremo soprattutto sulla pratica e sull’applicazione. Fred Kofman nel suo libro Business Consapevole dimostra che un’organizzazione veramente consapevole si costruisce partendo dall’aspetto più importante: “l’impegno a costruire una visione che vada oltre la dimensione strettamente individualistica e che sia in grado di unire le persone in un comune sforzo diretto a un risultato veramente significativo dal punto di vista della collettività. Ma come emerge questo sforzo? Lo si può creare? Se vogliamo davvero arrivare a un risultato significativo dal punto di vista della collettività, non possiamo tralasciare questo punto: Costruire l’impegno delle persone. Fare sì che le persone si impegnino. “Tale impegno si costruisce facendo sì che le persone siano disposte ad assumersi un’incondizionata responsabilità per la loro situazione e per il modo in cui reagiscono a essa”, dice Fred Kofman. Dobbiamo quindi decidere se per noi è più importante continuare a far finta di sapere già tutto o decidere di aprirci e imparare. Ma se decidiamo di aprirci e di imparare ci sono delle conseguenze e succedono delle cose di cui dovremmo tenere conto. “Se decidiamo di imparare, potremmo trovarci esposti alla sensazione imbarazzante di incompetenza e vulnerabilità per il fatto che ci accorgiamo di avere bisogno uno dell’altro. Iniziamo quindi a vedere il lavoro di ogni giorno come un continuo processo di apprendimento reciproco, dove ciò che impariamo dipende dalla qualità dei nostri rapporti, perchè in realtà il lavoro comune finisce per incentrarsi su come ci parliamo, ci relazioniamo e ci impegniamo reciprocamente e per i nostri obiettivi comuni”. (continua) Riferimenti bibliografici: Fred Kofman, 2010, Business Consapevole – Come creare ricchezza dai valori. Edizioni il Punto d’Incontro. Peter Senge, 2010, Prefazione a Business Consapevole di Fred Kofman. Edizioni il Punto d’Incontro.

Come pensi? Credi che l’altro sia ok?
Proseguiamo la nostra riflessione su come pensiamo e sull’esplorazione dei nostri modelli mentali. Ricordiamoci che il secondo incontro di Leader Consapevole ha il focus sui pensieri e sui modelli mentali. Abbiamo già visto in un post precedente che i modelli mentali sono delle lenti colorate invisibili attraverso cui guardiamo il mondo e che chiaramente influenzano il nostro comportamento e il nostro modo di agire. I modelli mentali più frequenti sono due e sono l’uno opposto all’altro. Il primo modello mentale è “Io sono ok, tu sei ok“; il secondo modello mentale è “Io sono ok… e tu no!“. Fred Kofman (Business Consapevole) dice che il modello mentale del io sono ok e tu sei ok è un modello di mutuo apprendimento, mentre il secondo, il io sono ok… e tu no!, è un modello di controllo unilaterale. Perchè è così importante esplorare il proprio modello mentale? Perchè dal modello mentale io poi agisco. E se penso che tu non sia ok, io cercherò di controllarti, mi metterò in difesa (perchè mi devo difendere da te che mi potresti attaccare personalmente se non la pensi come me e se non vedi le cose come me). Mi comporterò da “controllore”, dice Fred Kofman. Invece il modello del io sono ok e tu sei ok ha delle conseguenze totalmente diverse: nel pensare – ed essere convinto – che tu sia ok, mi metto in una posizione di apertura nei tuoi confronti. Se io sono ok (e questo vuole dire che ho una certa autostima) e anche tu sei ok, non è necessario che io combatta contro di te per dimostrare che detengo l’unica verità. A questo punto posso cominciare a lavorare per integrare il tuo punto di vista. Per questo Kofman parla di “mutuo” apprendimento. Egli spiega (pag. 214): “Il modello di mutuo apprendimento si basa su tre assunti: 1. “La mia razionalità è limitata”: “i miei modelli mentali condizionano le mie percezioni e le mie interpretazioni. Il mio punto di vista è sempre parziale, pertanto non posso avere alcuna certezza su come siano le cose o su come dovrebbero essere in futuro. Le mie convinzioni sono solo delle ipotesi che possono essere sempre contraddette” . 2. il secondo assunto è che “le prospettive sono complementari“. “Poichè gli altri posseggono differenti modelli mentali, potranno vedere le cose in maniera differente dalla mia. Sulla base di ciò, potranno fornirmi dei dati che miglioreranno il mio punto di vista”. 3. il terzo assunto è: “gli errori sono opportunità per imparare“. “Un difetto può essere una grande fortuna. Un errore può essere quindi l’opportunità di esaminare e migliorare il processo che l’ha creato”. E ora ti pongo la domanda: da quale modello mentale agisci? Osserva una situazione che ti sta a cuore oppure semplicemente osserva una situazione che stai vivendo con un’altra o più persone, non importa quale. E chiediti: “Che cosa penso dell’altro?” Penso che abbia ragione? Che abbia torto? Ti metti in posizione difensiva? Senti che ti devi difendere da qualche cosa? Ritieni che lui/lei (l’altro) sia “ok”??? Prova ora ad immaginare come sarebbe la situazione se tu agissi dal modello mentale opposto. Cambierebbe qualcosa? Cosa cambierebbe? Ma in un primo momento non è necessario fare questo passo, vedere come sarebbe se lui/lei fosse ok. E’ molto più importante diventare consapevole di come penso. Questo è il primo passo. Penso che lui/lei sia ok o non ok? Questo è un passo fondamentale per il leader consapevole. Non devo sempre cambiare le cose. Nei nostri incontri noi vogliamo arrivare a percepire come pensiamo.

Matrice dell’evoluzione economica (di Otto Scharmer)
Approfondiamo il discorso sulla società 4.0 di Otto Scharmer in relazione al grado di consapevolezza a livello collettivo. Otto Scharmer ha creato una matrice per descrivere la possibile evoluzione dell’economia a seconda dello stadio di consapevolezza. Vi sono rappresentate due coordinate. Nella coordinata verticale ci sono i diversi stadi di consapevolezza e nella coordinata orizzontale sono rappresentati i differenti fattori della funzione economica: 1. I fattori di produzione da un lato, come la natura, il lavoro, il capitale, la leadership e la tecnologia; 2. I fattori di consumo, non solo dal punto di vista individuale e collettivo, ma anche tutto il consumo da parte di tutte le istituzioni e organizzazioni; 3. Il coordinamento, cioè la regolamentazione, come la governance e il governo, 4. Il fattore della proprietà. A seconda dello stadio di consapevolezza il rapporto con questi fattori e il loro utilizzo cambia. Vediamo per esempio come cambia il rapporto con la natura a seconda del grado di consapevolezza. Nel primo stadio di consapevolezza, 0.0, della comunità, la natura viene vista come “madre natura”. Dopo, nello stadio successivo di consapevolezza che Scharmer chiama teocentrico, 1.0, la natura viene considerata una risorsa. Nello stadio 2.0 di consapevolezza, quello del mercato libero, del “laisser faire”, che Otto Scharmer chiama consapevolezza egocentrica, il rapporto con la natura cambia ancora, e da risorsa essa diventa una merce (una commodity). Il successivo stadio di consapevolezza è quello del mercato regolamentato, dove i diversi gruppi di interesse sono al centro; è lo stadio 3.0, la nostra attuale situazione. Otto Scharmer chiama questo stadio la consapevolezza non più egocentrica, ma “gruppi di interesse-centrica”. Qui la natura viene considerata una merce regolamentata. Lo stadio successivo è quello del 4.0, quello verso cui evolviamo, il nostro prossimo passo come società, come consapevolezza collettiva. Otto Scharmer chiama questa consapevolezza, la consapevolezza co-creativa; è una consapevolezza distribuita, diretta, dialogica, Qui la natura viene considerata un bene comune. Per esempio l’aria come bene comune, i mari, i paesaggi e così via.

Cosa vuol nascere dalla tua oscurità?
Questa è una meravigliosa poesia su un fiore che chiede: “Cosa vuol nascere dalla tua oscurità?” L’autore di questa poesia è Hollie Holden e ringrazio Robert Holden per la sua condivisione. I have become grateful for the moments When I remember to stop In order to listen To what the earth has to tell me.This morning it was a flower Who took me by surprise And shared her secrets with me.She told me of her journey. How it began in darkness, In the quiet, cool embrace Of the quiet, generous earthShe told me how the light called to her, And how, slowly but solidly, She began to unfold towards The simple inevitability of her calling.She told me of the exquisite cracking-open Of all she knew herself to be; The opening that felt like death Until she realised it was her birth.And then, with her open petals, She asked me in the way Only a full-bloomed flower can ask, ‘What wants to be born in you, beloved? What does the light want to call into being From the quiet, generous earth That waits patiently In the cave of your heart?’ Traduzione Sono diventato grato per i momenti Quando mi ricordo di fermarmi Per ascoltare Ciò che la terra deve dirmi. Questa mattina era un fiore Che mi ha colto di sorpresa E condiviso i suoi segreti con me. Mi ha detto del suo viaggio. Come è iniziato nelle tenebre, Nel tranquillo, fresco abbraccio Della terra tranquilla e generosa Mi ha detto come la luce lo chiamò, E come, lentamente ma solidamente, Cominciò a volgersi verso La semplice inevitabilità della sua vocazione. Mi ha detto della squisita fessura aperta Di tutto quello che sapeva di essere; L’apertura che sentiva come la morte Fino a quando non si rese conto che era la sua nascita. E poi, con i suoi petali aperti, Mi ha chiesto nel modo in cui Soltanto un fiore pienamente fiorito può chiedere, ‘Che cosa vuol nascere in te, amato? Che cosa vuole richiamare la luce Dalla terra tranquilla e generosa Che attende pazientemente Nella grotta del tuo cuore?’

Le morti dei migranti nel Mediterraneo: riflessioni
Ho letto quest’articolo molto interessante sul Guardian riguardo alle ondate di morti nel Mediterraneo e all’immigrazione. Ho fatto le mie riflessioni. Non posso più tenere gli occhi chiusi. E dobbiamo superare il nostro senso di impotenza. In sintesi l’articolo dice che la vera ragione sta nella terribile ineguaglianza tra Nord e Sud del mondo, e che sappiamo esattamente come risolvere questa ineguaglianza per mezzo di una trasformazione radicale del nostro capitalismo sfrenato e un abbandono delle energie fossili che creano guerre e ingiustizie umane e planetarie. Solo che non lo vogliamo. Per approfondire ciò ho acquistato su Amazon il libro di Naomi Klein dal titolo “This changes everything” e sono molto curiosa di leggerlo. (esiste anche la traduzione italiana, gennaio 2015: “Una rivoluzione è possibile – Perché il capitalismo non è sostenibile”). Penso al corso U.Lab di Otto Scharmer che ho appena fatto (U.Lab: Transforming Business, Society and Self), nel quale si parla di Social Divide, ovvero la separazione tra me e gli altri. È qui la questione. Le morti dei migranti nel Mediterraneo non sono accettabili (è un risultato collettivo che nessuno di noi a livello individuale vuole, ma che in un qualche modo singolarmente contribuiamo a creare). Cosa posso fare io? Come sto contribuendo personalmente a questa situazione collettiva? Questa è la mia grande domanda. Aprendo forse uno spazio per la trasformazione? (Holding a space for the transformation). Creare uno spazio per la trasformazione dentro di me, nel mio cuore? Forse. Ma non è sicuramente sufficiente. Voglio guardare come io contribuisco a questo capitalismo sfrenato che crea queste ingiustizie sociali e queste guerre, la causa di fondo per queste morti nel Mediterraneo. Quello che è chiaro è che non voglio chiudere i miei occhi (sarei nella curva U dell’Absencing nel blinding (essere ciechi), di Otto Scharmer). Elena

Il percorso interiore nella psicosintesi transpersonale
Ieri abbiamo avuto il bellissimo incontro di chi è in cammino: il tema era incentrato sul percorso interiore nella psicosintesi transpersonale. Come sempre svoltosi nella splendida cornice di Ciaramiti (in Calabria, a 4 km da Tropea). Tra musica classica, meditazione, riflessioni personali annotate sul proprio quaderno, condivisione a gruppi di due e poi nel cerchio grande. Soli nella natura, ispirazioni che nascono dal contatto con la natura stessa. Esercitazioni di disidentificazione da sé e di identificazione con la propria parte spirituale interiore. Esercitazioni sull’abilità di soddisfare i propri bisogni con l’apporto di energia spirituale. Mangiare insieme vegetariano, godersi il sole, la natura; la gioia di sentirsi in un gruppo protetto. Il coraggio di mostrarsi come si è veramente, il supporto del gruppo che crea un contenitore di fiducia e di protezione. La passione di ciò che faccio, il sentirmi profondamente viva; viva e piena di gratitudine per ciò che accade. Grazie, o Eterno! È stato bellissimo! E grazie a tutti voi che avete partecipato con gioia! Elena

Palloncini, mongolfiera e pensiero sistemico
Ho trovato un bellissimo sito internet sul pensiero sistemico spiegato in modo molto semplice per le scuole. (ecco il link al sito) dal quale ho preso ispirazione per girare questo breve video sul pensiero sistemico. Per me è stato qualcosa di illuminante. Facciamo l’esempio che tu abbia un palloncino, un bel palloncino colorato che tieni in mano. Questi sono i tuoi pensieri, le tue convinzioni, il tuo modo di essere e qualsiasi altra cosa che pensi che ti appartenga e che fa di te quello che sei, la tua autostima, il tuo valore. Bene, mettici tutto quello che vuoi dentro questo palloncino. Questo palloncino sei tu. E ora tu pensi che solo il tuo palloncino valga, che solo il tuo palloncino è quello giusto, quello che pensi è “il giusto”, è “la verità”; solo tu hai ragione. Gli altri – certo perché in questa storia ci sono anche gli altri – hanno invece torto. Quello che pensano gli altri, quello che pensa un altro se non è come quello che pensi tu, anche il suo comportamento se non è come tu pensi che debba essere il suo comportamento, è sbagliato. Ecco, questo vuole dire avere un palloncino e non avere la minima idea della dimensione sistemica dell’esistenza. Quindi per arrivare a pensare in modo sistemico, ancora ce ne vuole! Questo è lo “stato di un palloncino”. Poi, man mano che cresci e che maturi interiormente, ti rendi conto che in fondo anche l’altro ha diritto di esistenza (!), che in fondo quello che pensa, anche se non pensa come te, lui lo può pensare, “in fondo siamo persone diverse”. E lo rispetti. Rispetti il suo palloncino di colore diverso. Lo accetti. Sei persino incuriosito e cerchi di capire il suo modo di vedere le cose (diverso dal tuo), cerchi di capire quello che pensa, come pensa e perché pensa così. Insomma, siamo arrivati allo “stato dei due palloncini”. A questo livello ti stai avvicinando al pensiero sistemico, ma ancora non ci sei. Il pensiero sistemico non è sapere e/o rispettare che un altro abbia un pensiero dal tuo e delle convinzioni diverse dalle tue. Il prossimo step (il prossimo passo) è rendersi conto che ci sono tanti, tantissimi altri palloncini. Non solo il tuo e il suo, ma tantissimi altri. Ci sono tantissime altre persone, tutte con un loro pensiero, tutte con le loro convinzioni, tutte con le loro passioni, con il loro cuore, e sono ben diverse da te. Questo è lo “stadio dei tanti palloncini”. Inizi a capire che siamo un tutt’uno, che siamo una totalità, anche se non hai ancora capito bene come funziona bene tutta questa cosa. Però praticamente ci sei, sei “approdato al pensiero sistemico”. Ma non è finita così, non finisce qui. A un certo punto accade qualche cosa di sorprendente, qualche cosa di fantastico, di meraviglioso! Appare una mongolfiera! Una mongolfiera fatta da tutti questi palloncini. Una mongolfiera che va! Ecco, qui sei proprio dentro al livello sistemico, cioè percepisci il livello sistemico della vita, della tua vita, di noi comunità qui sulla terra. Gli americani qui in questo stadio (lo “stadio della mongolfiera”) direbbero “Wow!”. Nel sito sopra citato della Waters Foundation le frasi in inglese che descrivono i diversi stadi sono le seguenti: 1. Stadio di un palloncino: “Keep working at it” (continua a lavorarci) 2. Stadio di due palloncini: “You’re getting close” (ti stai avvicinando) 3. Stadio di tanti palloncini: “You’ve got it!” (ce l’hai fatta, hai capito!) 4. Stadio della mongolfiera: “Wow!” (espressione di bellissima sorpresa) Vorrei aggiungere una cosa riguardo lo stadio della mongolfiera, quando appare una mongolfiera: la mongolfiera ha delle capacità che i diversi palloncini messi vicini gli uni agli altri (lo stadio della frammentazione, lo stadio delle singole parti) non hanno. La mongolfiera ha delle NUOVE capacità, rispetto alle singole parti. Questo è per me è molto importante, capire questo e riuscire a percepire questo. Tutto questo discorso è importante perché l’elemento su cui fare leva per un cambiamento di una situazione si trova a livello sistemico, e non nel livello delle cose viste separate le une dalle altre.

Il futuro emergente dipende da noi
Proseguiamo con le riflessioni riguardo al Leader Consapevole. Quando ci colleghiamo alla realtà più grande, che ci sta intorno, ci rendiamo conto che – sia che noi facciamo qualcosa o che noi non facciamo niente – questa realtà non sta semplicemente seduta e rimane ferma, ma si sta trasformando, sta nascendo, sta emergendo, con noi o senza di noi. Il futuro emergente, il futuro che sta nascendo, dipende da noi. Allora, se facciamo a livello individuale, che tradotto in parole spicciole significa poi fare in prima persona, allora una volta fatto il passo della responsabilità incondizionata, ci rendiamo conto che questo futuro che sta emergendo dipende da noi. In quel momento si crea una certa connessione tra noi e questo futuro. Quello che succede in quel momento è che la tua non è più una partecipazione passiva, ma diventa una tua partecipazione attiva. Ma non è così semplice come sembra: forse è più preciso dire che c’è un potenziale per questa connessione tra te e il futuro che sta emergendo, se scegli di accedere a questo potenziale. Collegarsi al futuro significa collegarsi al potenziale. Che sia il potenziale, il futuro a livello collettivo, di un territorio o di un’organizzazione o a livello personale non cambia la sostanza. La frase che ne esce fuori è: io posso fare qualcosa per ciò che sta nascendo. Tu puoi fare qualcosa per ciò che sta nascendo. Dalla passività si entra nella partecipazione attiva; anche se all’inizio questa partecipazione attiva è una potenziale connessione. Ma è il primo passo. Qual è l’esperienza personale che fai in questi momenti a livello psicologico? Incontri quella parte di te che ti porta e ti guida verso il futuro, verso il tuo futuro, e verso un mondo che può diventare realtà con la tua vita. Il passo che fai è quella di smettere di reagire al passato e ti apri al futuro. Ti apri al tuo futuro come persona, ti apri al tuo futuro come organizzazione, ti apri al tuo futuro come territorio, ti apri al tuo futuro come mondo. Quando fai questo passo interiore, di aprirti al tuo futuro, parliamo di “momento generativo”

Il circuito narrativo e l’esperienza diretta
La neuroscienza ci dice che ci sono due modi fondamentalmente differenti di interagire con l’ambiente: uno è il “circuito narrativo” (la storia che ci raccontiamo) e l’altro è l’esperienza diretta. Il circuito narrativo si basa su un processo autoreferenziale (“ego”, “io” o “personalità”), spiega la neuroscienza, ed è cioè la “storia” che ci raccontiamo, le nostre interpretazioni che abbiamo dato agli eventi passati e che abbiamo “immagazzinato” e che filtrano ciò che viviamo nel presente. Il “circuito narrativo” per interagire con l’ambiente si basa quindi sull’esperienza passata. L’altro circuito invece è il circuito dell’ “esperienza diretta”: è questo il circuito che usano coloro che meditano e viene usato anche dagli scienziati. La Mindfulness non solo permette di notare la differenza tra queste due modalità di interagire con l’ambiente, ma ti permette anche di scegliere quale circuito tu vuoi usare. Ricordiamoci che più usi il circuito dell’esperienza diretta, più forte diventa questo circuito. Possiamo anche dire che l’esperienza diretta guarisce dalla “frammentazione”, dalla separazione. Perché in questo modo, concentrandoci sull’esperienza diretta, usciamo dalla “testa” e entriamo nel “mind-body system” (nel sistema mente-corpo) che è naturalmente connesso al sistema energetico più grande dell’ambiente. Questo ci permette di riconnetterci con una interezza (wholeness) che finora è stata nel sottofondo e ci permette di prendere parte a questo campo energetico più grande e di usufruire le risorse presenti in questo campo.